Tre estratti del libro: dalla chiarezza della Stadt Gallery di Mies Van Der Rohe, al dinamismo del Victoria&Albert Museum di Libeskind fino alla mutevolezza del Blur building di Diller + Scofidio
Ludwig Mies Van Der Rohe, Stadt Gallery, Berlino 1962-1963
“Su questa strada Mies non può che inseguire archetipi antichi, come quello del tempio basamentale della sua StatGalerie, che realizza in una Berlino che ora interpreta attraverso il neoclassicismo di Schinkel” – Capitolo 13. Funzioni diverse: Wright, Aalto, Gropius e Mies
Daniel Libeskind, Victoria&Albert Museum, Londra 1996
“Alla metà degli anni novanta un’altra grande prova. La spirale che si avvinghia nello spazio assunta al moto della crescita del sapere e della vita nell’ampliamento del Victoria&Albert Museum a Londra, il tempio delle arti applicate” – p. 349
Diller + Scofidio, Blur, Neuchatel, 1998-2002
“La nuvola entra in costante mutazione con l’edificio, lo cambia costantemente facendo emergere ora una prua, ora una terrazza, ora un ponte, ora nulla. Senza la lettura e la trasformazione delle informazioni ambientali, ci sarebbe solo la pura ossatura metallica” –Capitolo 33. Fluidità e nuove connessioni